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Luca Chiomenti  1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20

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suono, nel migliore dei casi non fanno danni. In genere non li consiglio.

Per concludere sulla messa a punto occorre un ultimo ingrediente fondamentale: tanta pazienza e passione, moltissime prove ed esperienza. Questo è, tra gli altri, il senso del "
servizio" offerto dai rivenditori più esperti e preparati, cioè la capacità di offrire un risultato. Non tutti lo vogliono e preferiscono i concetti da supersconto, dimenticando spesso il risultato (la musica) e concentrandosi sugli oggetti in sé.

HFG
Complimenti per la sua chiarezza espositiva. Vorrei approfondire il tema efficienza in altra domanda, quando ci occuperemo dei diffusori KIOM. Prima di passare ad altro un punto vorrei approfondire: si tratta dei rapporti stampa-produttori.
Diceva del proliferare dei minidiffusori e del ruolo secondo Lei marginale avuta dalla stampa. Ha menzionato dell'opinione di alcune testate nei confronti dell'operato di altre. Una posizione ben precisa la tengono le cosiddette No Profit.
In pratica costoro sostengono che una rivista priva di pubblicità e di scopo di lucro ben potrebbe essere d'aiuto ai propri lettori e per converso le altre dovendo per forza di cose avere un introito pubblicitario per sostenere il costo della stampa, ben potrebbero prestarsi a favorire più gli affezionati inserzionisti che i lettori. Il mio punto di vista è il seguente.
Intanto, non conosco riviste No Profit favorevoli ai lettori, italiana o straniera, in quanto dicono o sostengono le stesse identiche cose sostenute dalle riviste su carta stampata. I contenuti sono identici; cambia solo il costo: una è gratuita e l'altra invece si paga in edicola.
In secondo luogo, conoscendo i costi di pubblicazione su carta stampata sono dell'idea della necessità della pubblicità per sostenere detti costi; tale fattore consente purtroppo la realizzazione di scritti in base agli introiti pubblicitari.
Ad ogni modo, dipende dalla linea editoriale. Lei ha evidenziato il fatto che i minidiffusori sono proliferati perché piacciono e che la stampa specializzata non abbia fatto altro che prendere questo treno in corsa per trarne beneficio. Ritengo però che se la gran parte della stampa non ne avesse parlato affatto, non ci sarebbe stata la creazione di alcuna "corrente di opinione positiva". La maggioranza degli audiofili italiani

non sono così attenti. Per cui occorrerebbe verificare quali dei due fattori determinanti alla diffusione, sia sorto per primo: la "necessità" dei minidiffusori o la "creazione" della necessità da parte della stampa. Il ruolo della stampa specializzata da questo punto di vista è stato preponderante e gravemente accondiscendente. Anziché contrastare o presentare il fenomeno minidiffusore per come Lei ha ben evidenziato, l'ha appoggiato, intascando i lauti compensi pubblicitari. E' questo il principale motivo per cui le riviste audio specializzate italiane tradizionali, oggi non hanno più credito e perché non vengono più acquistate. Gli amanti a priori dei minidiffusori, sono persone che solitamente non acquistano riviste, mentre chi non amava i minidiffusori acquistava per leggerle e magari apprendere qualcosa di nuovo. Svelato l'arcano mistero dopo qualche decennio, ossia che tutto sono tranne che diffusori, chi acquistava le riviste adesso non le acquista più, poiché si è sentito preso in giro e possibilmente ha sostituito degli ottimi diffusori con dei mini che non lo hanno mai soddisfatto. Costoro sono la maggioranza degli ex lettori.

Qui sta la differenza tra HI-FIGUIDE e le altre testate.
Le riviste tradizionali sono semplici riviste descrittive di ciò che succede nel mondo audio, senza tenere una opinione univoca sui diversi argomenti. Per questo parlano sempre bene di tutto. Noi invece preferiamo orientare i lettori, creando una corrente di pensiero basata sull'oggettività generata dalle regole che spesso enunciamo. Presuntuosamente come affermano i nostri denigratori, svolgiamo una funzione guida nel mondo audio, dicendo chiaramente ciò che va bene e ciò che è sbagliato. Anche noi parliamo bene dei prodotti provati (quasi sempre) per il semplice motivo che facciamo selezione prima di attuare la recensione. Non proviamo tutto ma ciò che per noi è positivo al mondo dell'alta fedeltà. Ciò significa non presentare molti prodotti e non seguire le mode. Questa serietà e sincerità; questo nostro modo di fare opinione, non è ben compreso o se compreso, molto osteggiato.

In definitiva, degli argomenti o prodotti che riteniamo non congurenti con il concetto di "vera alta fedeltà", non ne parliamo, mantenendo costanti i principali obbiettivi che perseguiamo secondo linea editoriale. Di conseguenza,


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