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Mario Marcello Murace & Carlo Vicenzetto - CHARIO  1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 

(Continua da pagina 7)


il che implica che 

(Delta theta)/(2pi greca) tende a Zero       
[eq.3]

e lo sfasamento effettivo tra il cuoio capelluto e la punta dei piedi è del tutto trascurabile. Il "pattern energetico" messo a disposizione del nostro corpo con l'emissione del fonema OM serve a riequilibrare il sistema simpatico-parasimpatico che regola le funzioni neuro-vegetative, controllando così lo stato di tensione-rilassamento del nostro intero essere. Le culture orientali non a caso cantano l'OM per equilibrare se stessi e porsi in una condizione di piena disponibilità per vibrare con l'Universo".
Tratto da: Audio Engineering Society-IS Convention / Marzo 24-26, 2002 / Rimini - Italy. Psychoacoustics Session / "Round Robin Emotivo Percettuale"/ Paper by Mario Marcello Murace."

In altre parole, ci sono alcuni suoni che servono da "serbatoio energetico" per la nostra struttura psichica, la quale una volta ricaricata invia impulsi elettrochimici al sistema nervoso che mette in movimento i muscoli. Altri esempi di questa "batteria di accumulatori sonora" sono i famosi versi dei guerrieri Maori, l'urlo dei pellerossa durante la battaglia, l'urlo del Karateka (kiai) nel momento esatto in cui impatta contro l'avversario... e tutta la serie dei suoni quotidiani di rabbia, gioia, senza ovviamente trascurare la Regola Benedettina, che obbligava i monaci di tale ordine ad una rigorosissima pratica quotidiana di monodia gregoriana, strettamente imparentata con i vocalizzi orientali.

Ma senza scomodare tutte queste persone basta riflettere sull'uso costante della parola, veicolo principe del suono. Ci sono parole che calmano, che mettono ansia, che impauriscono, che infondono coraggio.... Ma la cosa importante è il fatto che nel generare e trasferire le emozioni, non usiamo la struttura semantica delle parole, bensì quella
emotiva, ossia esclusivamente il pattern spettrale dei suoni emessi o percepiti (a rigore non dovrei parlare di suoni ma vibrazioni acustiche, ma è una licenza accettabile purché il concetto sia chiaro).
Quindi l'assenza di suoni intorno a noi induce stati neurovegetativi non equilibrati,

e comunque non ricercati. Chi ha avuto modo di sostare per qualche minuto in una camera anecoica capisce esattamente cosa intendo dire.... Anche le condizioni di completo isolamento quando cerchiamo la solitudine per rilassarci o meditare... è ricchissima di suoni, non esterni bensì interni, perchè quando siamo assorti nei nostri pensieri, non facciamo altro che "emettere il nostro suono interiore".
Infatti non è possibile PENSARE senza ascoltare il suono della propria voce al nostro interno. A questo punto è facile intuire che nei millenni l'essere umano (e non solo) abbia coltivato la pratica dei "suoni organizzati" ovvero l'emissione di vibrazioni acustiche strettamente legate al contesto della loro struttura sociale. Noi inglobiamo queste pratiche sotto la definizione generale di MUSICA, facendo nostro il concetto greco di attività delle Muse, quindi Arte, quindi espressione che eleva l'anima di chi la pratica. Da questo punto in poi è facile capire "l'esigenza" umana di fare musica, perchè essa unisce la ricerca del Bello alla necessità di alimentare la nostra psiche (anima) con i suoni. Faccio soltanto notare che esistono catalogati
centinaia di sistemi musicali etnici, ma i suoni di base sono pochi, e sono perfettamente conosciuti da tutte le etnie, tanto che in funzione della struttura sociale espressa, alcuni suoni sono stati cancellati a favore di altri. Questo ha generato nei millenni una struttura psico-fisica ampiamente diversificata da popolazione a popolazione, il cui effetto macroscopico è la diversità dei linguaggi.

In grande sintesi queste argomentazioni esauriscono (per ovvie necessità editoriali) il primo postulato, ed introducono NATURALMENTE alla comprensione del secondo.
Come? Semplice, basta riflettere sul fatto che in ogni parte del mondo oltre a lingue diverse sono nati strumenti musicali diversi, e strutture temporali diverse (metrica e ritmo), come se l'energia acustica disponibile sul pianeta fosse stata "elaborata" dal nostro cervello per estrarre "suoni" ovvero risposte psicofisiche ad elicitazioni meccaniche (vibrazione timpanica ed epidermica) secondo pattern che oggi riconosciamo essere psico-cognitivi integralmente DENSI di significato.
E come è possibile attribuire un significato ovvero un valore semantico ad uno stimolo meramente meccanico se non associando ad


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