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GLI EDITORIALI | 2008

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EDITORIALI

2008

EDITORIALE N. 5/2008  1 | 2 | 3 | 4 

IL RELATIVISMO AUDIO CONTRO LO STANDARD MINIMO®
Di Francesco Piccione

Da più parti, lettori ed appassionati di audio, mi pongono sempre domande e mi chiedono chiarimenti relativi al nostro insuperato, quanto vituperato, Standard Minimo®. In particolare, mi chiedono quale sia il suo significato e quali siano i suoi scopi. Solitamente rispondo facendo un confronto tra l'imperante Relativismo Audio e lo S/M, spiegando minuziosamente la contrapposizione ideologica tra queste due filosofie di pensiero ed esponendo gli argomenti sui quali si basa lo S/M. A distanza di parecchi mesi dall'editoriale dedicato al medesimo argomento, alla luce di numerosi episodi in cui si dimostra di non avere appreso appieno il suo significato, ritengo giusto riprendere l'argomento.

Nel precedente editoriale avevo analizzato lo Standard Minimo® mediante il concetto di
destinazione d'uso.
Adesso vorrei analizzarlo con un concetto ad esso contrapposto, quello del
Relativismo Audio, nella speranza che ancora più lettori comprendano senza indugi la sua esatta definizione ed i suoi scopi.
Innanzitutto, cerchiamo di analizzare il significato del termine
relativismo. Prendo dall'enciclopedia: "Posizione filosofica secondo la quale ogni conoscenza è soggettiva, relativa cioè al punto di vista di un singolo individuo, e pertanto non esistono verità assolute in campo epistemologico o principi immutabili in ambito etico". Nel dizionario: "Dottrina della relatività della conoscenza".

Comincio subito con l'affermare che sono contrario: in questo modo, grazie al relativismo, si potrebbe persino sostenere che due più due non faccia quattro…. Mettere poi in dubbio conoscenze assodate per dare spazio alle proprie
convinzioni personali, mi sembra un'assurdità! A meno che queste non siano suffragate da valide argomentazioni scientifiche, come succede ad esempio in caso di progresso della scienza ad opera dei ricercatori.

Lasciamo perdere i complessi discorsi relativi alla validità o meno di questa dottrina filosofica ed ai suoi campi di applicazione. Concentrandoci nel nostro specifico settore della riproduzione audio, ho potuto constatare, nel corso del tempo, che
il

relativismo viene utilizzato esclusivamente per giustificare le proprie idee e per sostenere argomentazioni che si rivelano figlie dei propri gusti personali. Recentemente HFG ha pubblicato la lettera di un lettore che la apprezza proprio perché non è vittima del relativismo nelle prove o nei test, come invece accade in molte altre testate, amatoriali o professionali che siano. Ai nostri lettori piace il fatto di avere il conforto dell'applicazione delle conoscenze in contrapposizione all'incertezza del relativismo.

Il contrasto al relativismo significa, ad esempio, affermare la superiorità della
Classe A rispetto soprattutto alla Classe D o T: non si dovrebbe nemmeno porre il problema, eppure succede che spesso queste classi inferiori vengano presentate come il non plus ultra della tecnologia, tramite motivazioni infondate che nulla hanno a che vedere  con la tecnica, né tanto meno con la resa sonora….
Lo stesso dicasi per i
minidiffusori: a nessuno dovrebbe venire in mente di considerarli come prodotti hi-end, eppure succede! Tutto ciò è frutto del relativismo, che fa breccia specialmente nella mancanza di conoscenze specifiche dell'appassionato. D'altronde, quando un audiofilo viene a conoscenza delle presunte elevate qualità da una fonte autorevole, come potrebbe non credergli? Ma basterebbe semplicemente riflettere, per rendersi conto che la fonte di autorevole non ha nulla!

Lo Standard Minimo® si contrappone al Relativismo Audio
con il precipuo scopo di affermare i corretti valori dell'Alta Fedeltà e della corretta riproduzione musicale.
Ciò viene attuato mediante la presentazione di un insieme di regole oggettive, che ovviamente contrastano con le pseudo soggettività del Relativismo Audio. Spesso gli audiofili non conoscono (o fanno finta di non conoscerle) molte regole preposte da appositi organismi, che presiedono al buon funzionamento di una determinata tecnologia. Molti addirittura pensano che molte regole elencate nello S/M siano state da me inventate. Alcune sì!

L'esempio più lampante di
regola oggettiva è il


(Continua a pagina 2)

 

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