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HFG MUSIC | STRUMENTI SONORI

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STRUMENTI SONORI

Gustav Mahler - Das lied von der erde - Reference Recordings  1 | 2 

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estende il procedimento già adottato da Beethoven nella celebre "Nona sinfonia", raggiungendo nel contempo un'unità musicale e drammatica d'impronta wagneriana. Come Wagner e Bruckner, Mahler impiegò vaste risorse orchestrali, ma l'orchestrazione, con la sua enfasi sul timbro degli strumenti, anticipa in più di un esito la musica del XX secolo (trattata in questo stesso numero). Ciononostante, il tessuto della sua musica resta contrappuntistico e l'orchestrazione è utilizzata per far sì che le varie linee musicali risuonino con la massima chiarezza possibile.

L'opera di Mahler costituisce l'apogeo dell'espansione tardoromantica della sinfonia; le più brevi (la Prima e la Quarta) durano oltre un'ora e la più lunga (la Terza, in sei movimenti) più di un'ora e mezzo, con il solo primo movimento di trentacinque minuti. Queste dimensioni non sono frutto di prolissità, ma dello sforzo di portare al suo limite massimo una tradizione, quella del sinfonismo austro-tedesco, che stava ormai esaurendosi. Testimone di un'epoca che ormai volgeva al termine, Mahler infuse nella sua musica la nostalgia di un mondo in dissoluzione e le inquietudini di un'epoca che si annunciava travagliata.

DAS LIED

Il boemo Mahler non è una scelta casuale per gli americani. Il Nostro, infatti, è stato quasi due anni al Metropolitan di New York a dirigere le opere d'altri compositori. Fu proprio questa la chiave della sua vita, che lo spinse a scrivere quella che è stata giustamente ribattezzata come una musica veramente moderna, al di là dei canoni formali delle opere ed operette che egli aveva tanto diretto all'inizio della sua carriera. Le esigenze di sopravvivenza lo costrinsero a leggere - peraltro magnificamente, dicono le testimonianze degli artisti del tempo - le opere altrui. L'amore per le grandi masse orchestrali, condiviso dal pubblico del tempo, gli attirarono addosso la critica secondo cui la musica che componeva, fosse "musica da direttore d'orchestra".  La sofferenza che ciò gli causava, assieme a quelle maturate nella sua giovinezza per le frequenti e tragiche perdite di familiari ed amici, permearono costantemente la sua opera.

I Lied meritano un discorso a parte.
Essi rappresentano forse il momento più elevato

della musicalità mahleriana. Qui troviamo una contrapposizione tra tenore e contralto come tessitura principale dell'opera, e la grande massa orchestrale a fare da sfondo. Eiji Oue dirige un impianto strumentale mozzafiato con estrema meticolosità. I riferimenti del "Canto della Terra" all'oriente sono evidenti: il ricorso alla scala pentatonica e ad ardite dissonanze, ci restituiscono una vena di passionalità e tristezza inscindibili nell'animo del compositore boemo.
Non riuscì mai, comunque, a vedere eseguita la sua opera.

LO STRUMENTO SONORO

L'impianto di riferimento per l'ascolto, dato che il CD in esame è un HDCD (High Definition CD), che per la sua completa lettura occorre munirsi di lettore CD dotato di apposita decodifica, è quello del prof. Antonio Cotzia, proprio per il motivo che il lettore Copland 266 possiede tale decodifica HDCD. Con lui sono state redatte le impressioni di ascolto.

Brano 1
Il primo lied si apre con il tenore Jon Villars. L'orchestra duetta con lui, imperiosa e frenatissima sullo sfondo. I campanelli, le vibrazioni più sottili, vengono fatte rilucere senza alcuna artificiosità. "Per quanto, o uomo, tu vivrai?", si chiede Mahler. In questo connubio tra musica e poesia, troviamo appena appresso alla strofa intrisa di dubbi, la sottolineatura sonora che prelude ad un verso volto alla speranza. La voce del tenore è potente e realistica. L'arpa restituisce molte armoniche ed i fiati, nei momenti di pianissimo, sono ben individuabili. Gli ottoni in particolar modo, non divengono mai fastidiosi, essendo la ripresa microfonica in ambiente ben proporzionata rispetto alla massa orchestrale da riprodurre….

Giudizio ++++

Roberto Rubino

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HI-FIGUIDE n. 26 - APRILE 2010

 

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