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Renato Giussani  1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 

(Continua da pagina 3)

In ogni caso, entrambe queste tipologie di diffusori, evidentemente, non possono essere il miglior compromesso fra dispersione, distorsione, risposta in frequenza, potenza acustica di emissione, etc. quando il segnale che si volesse far loro riprodurre fosse abbastanza complesso (una orchestra sinfonica, ad esempio, o un gruppo rock).
In alcuni casi (musica da camera e piccoli gruppi jazz) taluni buoni minidiffusori usati a bassa potenza o altri a gamma estesa particolarmente evoluti (Quad ad esempio), possono dare comunque notevoli soddisfazioni.
Spero di esser stato abbastanza chiaro, anche se, per rischiarare questo nuovo medioevo nel quale le "casse" per computer in grado di sopportare due o tre Watt vengono vendute come da "100 Watt" (!) ci vorrebbe ben altro…

HFG
Ingegnere è stato chiarissimo pur nella brevità.
Rimaniamo ancora in tema diffusori e cerchiamo di far ancor più luce sull'attuale medioevo. Lei ci ha spiegato che un diffusore è un sistema di altoparlanti. Ha anche spiegato che i minidiffusori ed i diffusori a larga banda elettrostatici, in alcuni casi hanno dei punti a favore, pur nelle loro limitazioni. Su questo punto concordo con lei, specie se parliamo di elettrostatici a larga banda e non degli attuali largabanda dinamici con trasduttori da 10/13/17 cm di diametro. Concordo con lei anche su alcune qualità dei minidiffusori, ma solo se si tratta di diffusori entry level e non di sistemi dal costo di parecchi milioni.
A tal proposito, vorrei prendere adesso a riferimento un suo progetto straordinario che ha ottenuto un grande successo: mi riferisco al DSR della serie 7 dell'italianissima ESB.
Se non ricordo male, il diffusore che noi indichiamo tra i migliori mai progettati, presente nel nostro Standard Minimo, l'ESB 7/06, è stato addirittura utilizzato come monitor da studio dalla prestigiosa etichetta americana Sheffield Lab. Mi corregga se sbaglio.
Il 7/06 costava quanto un notissimo minidiffusore italiano, nell'ultima versione intorno ai 5 milioni di lire la coppia.
Io personalmente conosco 4 amici, uno è il nostro redattore Antonio Cotzia, più altri 4 conoscenti qui a Siracusa che le possiedono. Come tutti i grandi diffusori ha bisogno di cure per esprimersi al meglio, in particolare il suo posizionamento sul pavimento, e quello da noi

utilizzato per le prove della redazione si pappa a colazione, pranzo e cena tutti i minidiffusori del notissimo costruttore italiano, anche se deve riprodurre un a solo di violino.
Vorrebbe cortesemente spiegare ai nostri lettori più giovani la storia, le caratteristiche di quella straordinaria serie ed i motivi del loro successo? Almeno per lasciare una memoria storica su come una volta si facevano veri diffusori e non gli attuali per la casa di Barbie ed amici....
Perchè sono scomparse insieme alla ESB?

R.G.
La conoscenza con le 7/06 il Sig. Doug Sax (fondatore e, all'epoca, cioè nel 1983, anche proprietario della Sheffield Lab - non so se lo sia ancora) la fece al Winter Consumer Electronics Show di Las Vegas a gennaio 1983. Il racconto scritto di suo pugno da Doug nell'occasione fu pubblicato dalla famosa rivista statunitense The Absolute Sound ed un estratto abbastanza completo è leggibile nel mio sito www.mclink.it/personal/MC0004.
Visto che Doug, nell'occasione, aveva espresso il desiderio di acquistare una coppia di 7/06, sapendo bene quale ricaduta promozionale avrebbe potuto derivarne, il mio amico e datore di lavoro Enzo Biasella (fondatore e socio di maggioranza della ESB spa di Aprilia), mi disse che era disposto a regalargliene una coppia. Io lo convinsi a venderla ad un prezzo assolutamente irrisorio (mi pare 300$, contro i 3.000 di listino USA) ma non nullo. L'affare, ovviamente, si fece. Quello che non potevamo prevedere era che Doug avrebbe utilizzato per diversi anni quelle 7/06 in vario modo, per noi comunque molto utile.
Io so che le ha usate in molte occasioni importanti (anche alle mostre) nelle quali doveva presentare nuovi dischi o comunque fare ascoltare la produzione Sheffield. Non so se le utilizzò anche come "monitor", ma sarei propenso a credere di no, dato che lui stesso mi aveva detto che ai diffusori professionali lui doveva chiedere qualcosa di abbastanza diverso da quello che gli sarebbe servito, alla fine di tutto il processo, per riprodurre al meglio i suoi dischi.
Quanto al prezzo in America, era volutamente molto contenuto e la pubblicità recitava più o meno che con 3.000 dollari le 7/06 ed il loro DSR potevano battere facilmente anche sistemi da 30.000$ (sottinteso Infinity...).
La storia della serie 7 è troppo lunga per poterla


(Continua a pagina 5)

 

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