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Alberto Maltese - Aurion Audio Development  1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7

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varie forme, le molle, le palline d'aria e poco altro. In nessuno dei casi sperimentati abbiamo mai potuto notare la "mollezza" a cui si riferisce; invece, si ottengono prestazioni sonore prive di distorsione aggiunta, che sappiamo indurire il suono. A meno che, a causa delle caratteristiche intrinseche dell'impianto o di alcuni componenti, una volta smorzato si mette in evidenza la "mollezza".

Secondo Lei quali sono gli accorgimenti da seguire per la realizzazione di un impianto? Occorre seguire un certo equilibrio, oppure conviene dare una preferenza a un singolo componente?

A. M.
Ecco invece un argomento sul quale saremo di nuovo in sintonia, almeno credo... la nostra filosofia si basa sull'equilibrio prestazionale di ogni macchina, elettronica o elettroacustica.
Da sempre siamo convinti che privilegiare una prestazione in maniera eccessiva sia deleterio per il risultato finale; in un sistema razionale non dovrebbe mai esserci un componente bisognoso di correzioni.

Un componente dalla voce troppo "personale" causa un mare di problemi. Un facile esempio è un diffusore troppo ricco in gamma alta... per renderlo sopportabile occorre fare i salti mortali, tra cavetti sdolcinati e amplificatori "molli" e, alla fine, il risultato finale risulterà comunque mascherato perchè, anche se si è riusciti ad ottenere il mero equilibrio tonale, lo si è fatto tramite macchine che per loro natura mascherano il passaggio delle armoniche del segnale musicale, deturpandone per sempre la naturalezza.

HFG
Ritornando alla Aurion, so che effettuate modifiche o aggiornamenti anche alle amplificazioni. Di che cosa si tratta e cosa avete in programma per l'immediato futuro?

A. M.
Beh, quella è un'operazione delicatissima e altrettanto complessa di quella sui lettori CD.
Mi farò capire meglio con un esempio.
Un nostro affezionato cliente della zona di Mazara ci ha portato il suo ampli "X"
di origine cinese. Costruzione eccellente, decidiamo di provarlo in saletta, ma il confronto con il nostro

AI500 risulta imbarazzante. Il cinesino, nonostante la splendida realizzazione a mosfet in classe A, mostra il fianco a numerose critiche, timbriche e dinamiche. Decidiamo, su richiesta del cliente, di operarlo per massimizzarne le prestazioni.

Solitamente per prima cosa si deve ricavare lo schema elettrico, in questo caso la fortuna è stata dalla parte del cliente che ne disponeva e quindi ha pagato un lavoro in meno... Con lo schema in mano occorre valutare le impostazioni progettuali date all'ampli e individuare le aree d'intervento.

Il cinese era realizzato con uno stadio d'ingresso inutilmente complesso, era reazionato fino al midollo, aveva uno stadio di amplificazione secondario semplice ma ben realizzato che però... doveva mettere in movimento ben 8 mosfet per canale!

Per descrivere meglio le difficoltà di una simile modifica, occorre tenere conto che non si può realizzare un nuovo stampato, tanto varrebbe costruire un ampli ex-novo, ma bisogna fare in modo da ospitare il nuovo circuito, modificato, sulla motherboard originale, anche per ragioni di pulizia ed affidabilità.

Una volta riprogettato lo stadio d'ingresso, in una versione intrinsecamente linearissima, si è ricalibrato lo stadio n°2 e si sono eliminati ben 4 degli 8 mosfet presenti su ogni canale, perchè inutili per la potenza nominale di soli 40W rms e dannosi perchè di difficile pilotaggio per lo stadio precedente... e anche la polarizzazione non è stata mantenuta in classe A, ma calata a livelli più normali.

Il cliente è rimasto più che soddisfatto dall'operazione; l'ampli, ascoltato assieme ad altri due clienti presenti casualmente quel giorno in saletta è stato la star della serata, e i complimenti si sono sprecati...

Progetti per il futuro? Mah, io continuerei su questa buona strada.

HFG
Sig. Maltese, grazie per la sua disponibilità a nome di tutti noi e dei nostri lettori.

A. M.


(Continua a pagina 7)

 

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