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LETTERE ALLA RIVISTA | 2002

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LETTERE ALLA RIVISTA

2002

LETTERA N. 5/2002  1 | 2

(Continua da pagina 1)


Per quanto riguarda la dolcezza del suono, si è diffusa la convinzione che con l'adozione di un'amplificazione o sorgente valvolare, il timbro possa subire un addolcimento. Conosco amplificazioni a valvole che di dolce hanno poco, in quanto finalizzati ad ottenere il massimo della trasparenza. Per cui non sempre la presenza della valvola funge da "scaldasuono" ...
E' vero, invece, il fatto che è più facile trovarsi al cospetto di amplificazioni a valvole ricche di distorsioni, colorazioni e tagliate in gamma alta. Queste amplificazioni, per molti, hanno caratteristiche sonore calde... Ne risulta che in tantissimi casi non è che ci troviamo al cospetto di amplificazioni valvolari di gran qualità, ma semplicemente di apparecchi mediocri, di cloni dei primi del '900, il cui precipuo compito è quello di modificare il segnale in ingresso in... peggio.

Che senso ha, ad esempio, "scaldare" il suono di CD registrati con un suono acido e metallico? Che senso ha correggere gli sbilanciamenti o assemblare un impianto che corregga sinergicamente gli sbilancimamenti di elettroniche o diffusori?
E' più semplice, invece, fare una selezione della musica e delle registrazioni in particolare, sulla base della qualità artistica e soprattutto tecnica. Così facendo, dato che gli audiofili sono un numero non esiguo in tutto il pianeta, si creerebbe una forte richiesta, in grado di influire sulle scelte dei discografici, in specie di quelli che del pessimo suono ne fanno un motivo di speculazione. Ne dovrebbe conseguire, anche nel settore hifi, la scomparsa di quei costruttori dediti alla riproposizione di oggetti progettati nel corso della preistoria dell'hi-fi (anni Venti e Sessanta), spacciandoli per attuali e moderni.

Un altro motivo di origine del suono poco ampio e freddino, potrebbe essere quello individuato

dal lettore: nel maggiordomo... ossia nei diffusori.
Sappiamo bene che diffusori di piccole dimensioni, restituiscono un suono poco caldo, in virtù di una gamma bassa spesso in secondo piano. Purtroppo per lettera non è possibile individuare con precisione i punti sonori sfavorevoli o favorevoli di un qualsiasi impianto. Vi ingannano tutti coloro che vi danno consigli su questo o altro problema, senza essere presenti durante l'ascolto. Per onestà intellettuale, posso solo dare delle indicazioni di massima. Ad esempio, sostituire i diffusori è operazione non semplice e rischiosa. Inoltre spesso si ci accorge che prima si era soddisfatti... senza saperlo, poiché il diffusore in possesso è migliore di quello nuovo, contrariamente a ciò che pensavate o vi hanno consigliato.
 
Se si ha la possibilità, si potrebbe verificare il risultato sonoro dell'inserimento dei Copland nella catena audio. Certo, la soluzione più facile è quella della sostituzione delle elettroniche: conoscendole, non dovrebbero andare male, ma occorrerebbe vedere se il suono le piacerà; oppure, se il suono si addolcirà nella misura voluta dal lettore. Inoltre, le elettroniche sono più facili da rivendere. I diffusori, invece... sono come la fidanzata... rivenderli potrebbe essere un problema.

Proverei, inoltre, come consiglio spesso, a posizionare tutto l'impiato su punti di appoggio smorzati, non su punte (vedere monografia "Le Vibrazioni).

Davvero l'assassino è sempre il maggiordomo? Ci tenga al corrente

Francesco S. Piccione

 

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