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GLI EDITORIALI | 2010

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EDITORIALI

2010

EDITORIALE N. 4/2010  1 | 2 | 3

(Continua da pagina 1)

In seconda analisi, la conferma che gli audiofili "si ritengono abbastanza competenti".
Inutile però sottolineare, come la presenza dei classici luoghi comuni, indichi la provenienza della loro preparazione: dalle stesse riviste audio, che oggi detestano, ma da cui riprendono per filo e per segno tutte le loro incongruenze e stereotipi.
Ad esempio, recentemente un audiofilo dopo anni di felice convivenza ha sostituito i suoi Spectral per dei nuovi Plinius più potenti, solo perché aveva voglia di cambiare. Conclusioni? Se ne è pentito! Leggendo HFG
avrebbe evitato il classico errore di passare ad un amplificatore più potente.
Altro esempio: alcuni audiofili hanno ottimi impianti, ma a mio giudizio mal assemblati. Per esempio costosissimi per poi terminare con diffusori di fascia media, particolarmente pubblicizzati. HI-FIGUIDE, invece, è anni che afferma di seguire la strada opposta, poiché sono i diffusori che "comandano" all'interno di una catena audio. A tal proposito, recentemente un nostro lettore, ha speso una fortuna per degli ottimi diffusori a 4 vie da noi recensiti, lasciando al momento inalterato il resto dell'impianto, composto da altri due pezzi, il cui costo complessivo raggiunge i 400 euro… i diffusori ne costano poco più di 6.000… Ebbene, mi ha invitato a casa sua, stupito del fatto che tutto sommato v'era un ottimo suono …. Certo non è come avere elettroniche da 3.000 euro, ma è felice di ascoltare finalmente della ottima musica sinfonica!
Comandano i diffusori, punto!

Un altro luogo comune, emerso chiaramente:
l'acquisto solo di componenti audio di noti marchi.
Sappiamo che certi minidiffusori sono degli "assegni circolari". Sono ricercati, per cui usati si vendono facilmente; ma sono altrettanto rivenduti…. Ciò perché gli audiofili
scelgono (e sentono…) in base al nome, per poi dopo un periodo di convivenza, accorgersi di difetti che invoglia alla rivendita. Questi minidiffusori sono oggetto di un fiorente mercato nuovo/usato, perché gli "animatori", pur sostenendo l'inutilità delle riviste, di fatto ne seguono l'orientamento tracciato un ventennio or sono.
Anche le elettroniche seguono lo stesso concetto di facile
rivendibilità. La qualità sonora è semplicemente insita (presunta) nel marchio, poiché è praticamente impossibile per costoro

che Audio Research, Mc Intosh, Krell o altri, possano fare anche oggetti mal suonanti. Per tacere della totale assenza della distinzione tra prodotti destinati al mercato professionale e per uso domestico… vera piaga che arricchisce i furbi distributori.

Questa situazione viene aggravata da un'altra errata convinzione:
tutti i prodotti nuovi sono migliori dei precedenti. E' il peggiore luogo comune che attanaglia l'audiofilo. Vi sono alcuni settori commerciali dove questo concetto deve essere applicato: automobili, lavatrici, lavabiancheria, personal computer, videogiochi, telefonia, ecc. Tranne l'audio di qualità! HI-FIGUIDE è anni che combatte questo modo di pensare. L'unico problema dei prodotti audio di elevato livello qualitativo è rappresentato dal lento degrado dei condensatori elettrolitici. Per il resto, un ottimo progetto non può essere superato da uno nuovo, poiché non esiste evoluzione in questo settore, componentistica a parte.
Ad esempio, la Classe A è la classe per eccellenza; quella A/B un'ottima alternativa. I diffusori, addirittura, non si sono evoluti rispetto a quelli anteriori agli anni Novanta. Tutto ciò perché l'evoluzione è proseguita su strade che con l'audio di qualità non c'entra nulla.

Ne consegue un mercato dell'usato zeppo di prodotti scadenti di recente produzione, costruiti da famose aziende. Molti sono persino costosi, poiché il loro prezzo di acquisto è talmente gonfiato a dismisura, che persino usati non sono convenienti (a parte che non sono buoni…). Nonostante ciò, sono visti come occasioni dagli audiofili "esperti", poiché nuovi costerebbero qualche decina di migliaia di euro, mentre usati… diverse migliaia o poco più.
A questo tipo di usato, si contrappone un'altra tipologia di prodotti eccezionali, ma che hanno il torto di essere nati nel periodo aureo dell'hifi.
Vai a fare comprendere agli audiofili che è meglio acquistare quest'ultimi, sostituendo tutti i condensatori, anziché i più recenti…

Tutto ciò ci da l'idea abbastanza eloquente delle
disfunzioni del mercato audio.
Non basato sulla compravendita di ottimi oggetti dall'ottimo suono, ma sulla base
della loro notorietà in funzione della rivendibilità.


(Continua a pagina 3)

 

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