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GLI EDITORIALI | 2007

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2007

EDITORIALE N. 7/2007  1 | 2 

L'OGGETTIVITÀ? ESISTE!
Di Francesco Piccione

Quando decisi di creare una nuova rivista nel Dicembre del 1998, lo feci con l'intento principale di iniziare una campagna contro il digitale compresso. Ancora oggi nessuna rivista si è schierata apertamente contro questo formato e quindi feci bene. Con il tempo notai che la situazione era ancora più grave perché non si trattava semplicemente di fermare il treno della corsa alla compressione digitale, ma mi accorsi che era completamente smarrita la conoscenza del concetto di alta fedeltà. Di questo fatto me ne accorsi completamente a partire dalla fine del 1999.

Quando decisi nel 2004 di interrompere le pubblicazioni di HFG, vi erano diversi motivi.
Tra questi il fatto che HFG non era mai difesa da nessuno quando la sparlavano in un qualsiasi forum, in particolare me. Pensai: "Non solo ci rimetto tempo e denaro, ma per giunta devo leggere non pensieri altrui ma diffamazioni nei nostri confronti, senza che nessuno movesse un tasto per difenderci". E' vero che arrivavano lettere di apprezzamento, ma servivano azioni dirette e chiare. Decisi quindi di interrompere le pubblicazioni, quando mi resi conto che I'Italia non era matura per accogliere i veri concetti di alta fedeltà. Pensai: "Attendiamo un po' e vediamo se ciò che è stato pubblicato è sufficiente per indurre alla riflessione gli audiofili, tanto ancora la nuova sala di ascolto deve essere realizzata".

Nel 2007 con un nuovo direttore responsabile, riprendiamo le pubblicazioni, stabilendo delle regole ben precise, tra cui maggiore disponibilità verso gli operatori, ma senza abiurare il nostro credo audiofilo che è poi parte integrante della linea editoriale di HFG.
Subito dal secondo editoriale riprendono gli attacchi contro la mia persona, che sinceramente, detto tra noi, ci sarebbero altri che meriterebbero trattamenti peggiori… ma sono troppo pochi gli audiofili perspicaci….
Vi è però dal mio ritorno un vento nuovo, fresco, saporito, che fa piacere.
Anzitutto l'arrivo di tantissime lettere da parte di numerosi sostenitori di HFG: molti tirano un sospiro di sollievo per il nostro ritorno, ammettendo candidamente di essersi sentiti smarriti in questi ultimi tre anni di assenza.
In secondo luogo, il fatto che ciò che abbiamo

lasciato pubblicato ha fermentato per bene, generando un movimento di opinione favorevole alle tesi espresse da HFG. Ciò ha fatto uscire allo scoperto le centinaia di audiofili che non ne potevano più di essere emarginati dagli altri solamente perché possessori di impianti ad alto livello, assemblati diversamente dalle mode che hanno attraversato l'hifi per oltre un decennio.

Oltre allo Standard Minimo, un colpo formidabile l'ha assestato la rubrica "Alla Ricerca dell'Oggettività negli Ascolti". Questa rubrica ha permesso a numerosi audiofili di confrontare il nostro ascolto di un determinato CD con quello effettuato con il loro impianto. Tre, in generale, l'esito dei risultati:

- alcuni hanno semplicemente notato che ciò che noi avevamo ascoltato era frutto della nostra fantasia;
- altri, invece, hanno notato che ciò che abbiamo ascoltato corrispondeva al vero;
- altri ancora, non hanno riscontrato ciò che abbiamo detto esistere nel CD, ma - e qui sta la grande novità - hanno deciso di indagare!

Costoro si sono chiesti: "Come mai nel mio impianto non ho sentito ciò che invece HFG ha rilevato? Proviamo il cd con altri impianti, non simili al mio e vediamo che succede durante l'ascolto, leggendo al contempo la recensione". Sorpresa: con alcuni impianti si notavano suoni che il loro impianto invece nascondeva. Si sono quindi chiesti la ragione delle differenze di prestazioni.
In questi tre anni di assenza, molte persone seriamente appassionate hanno cominciato a ragionare su questi argomenti, traendo le giuste conclusioni:
se in un CD sono registrati un insieme di suoni che formano la musica, la loro assenza al momento della riproduzione dipende esclusivamente dalle limitazioni presenti nell'impianto che in quel momento le sta nascondendo.
Quindi, se dei suoni sono oggettivamente riprodotti da diversi impianti, oggettivamente gli audiofili li percepiranno, magari giudicandoli in modo differente, ma non negheranno la loro esistenza. Ne consegue che l'oggettività della percezione sonora esiste, specialmente se l'impianto è in grado di riprodurre tutte le frequenze; quello che è soggettivo è la sua


(Continua a pagina 2)

 

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