HI-FIGUIDE | Guida italiana all'alta fedeltà esoterica ed hi-end internazionale | Rivista di approfondimento sui temi audio
E-Copmmerce | Acquista | E-Shopping Home Web Edition | Indice On-Line Progetto Servizi Chi siamo Registrazione Newsletter | No Spam! Invia posta Tutto HFG!

GLI EDITORIALI | 2007

Cerca

EDITORIALI

2007

EDITORIALE N. 1/2007  1 | 2   

IL CONCETTO DI ALTA FEDELTA'
Di Francesco Piccione

Nei due anni di assenza, a causa di altri impegni e soprattutto in attesa di terminare la ristrutturazione della nuova sede della rivista e della nuova sala di ascolto, l'alta fedeltà è cambiata poco. Anzi, direi per nulla.
Forse addirittura vi è un regresso a causa di una crisi che si protrae ormai da anni.

La crisi ha radici lontane nel tempo e principalmente si è innescata a causa dell'avvento di nuovi "giocattoli" con cui le persone amano passare il proprio tempo libero. La crisi, però, non avrebbe raggiunto le proporzioni attuali se non vi fossero stati due eventi ben precisi.

Il primo è di tipo culturale e riguarda, non mi stancherò mai di dirlo, l'idea che i minidiffusori sono in grado di riprodurre qualsiasi evento sonoro. La realtà è ben diversa: togliere le prime tre ottave (16-32, 32-64 e 64-128 Hz) a favore di non meglio identificate qualità timbriche, ha causato l'abbandono dell'hifi di numerosi audiofili, poiché ascoltare della musica con uno spettro di frequenze paragonabili a quello degli impianti per auto o dei televisori non piace alla stragrande maggioranza delle persone. Ciò perché, contrariamente all'opinione di molti, la gamma bassa incide sulla timbrica di moltissimi strumenti musicali ed anche delle stesse voci; di conseguenza in caso di assenza si avrebbe una depauperazione di una fetta di sensazione di realtà.
Nonostante ciò i minidiffusori ebbero un boom di vendite enorme, il quale generò negli audiofili la convinzione che quello era il miglior suono possibile. Le ridotte dimensioni ancora oggi ne facilitano la vendita e l'inserimento nell'ambiente domestico, ma soprattutto sono ben visti dalle donne. Recentemente si è scoperto che la maggioranza degli estimatori dei minidiffusori sono in realtà coloro che non possiedono

esperienze di ascolto diretto degli strumenti musicali ed in genere di ascolti di concerti - non amplificati - di classica o di jazz. Ce ne siamo accorti un po' tutti dalla lettura di messaggi in diversi gruppi di discussione ove si parla del confronto tra questi ed i grandi diffusori. Per cui finalmente cade la teoria che i minidiffusori sono buoni perché acquistati da tantissimi audiofili; invece, in realtà i minidiffusori sono graditi a coloro che non conoscono appieno il suono degli strumenti musicali o da coloro che per ragioni soggettive li gradiscono. Il tempo ha sistemato anche questo.

Non tutti i grandi diffusori però sono buoni.
Anche in questo caso occorre fare molta attenzione alla realizzazione dell'oggetto e soprattutto al suo progetto. Ma i grandi diffusori non suonano bene subito, tipo plug and play! Occorre saperli sistemare in ambiente, posizionarli in un certo modo, potrebbero innescare risonanze ambientali (emettendo basse frequenze è chiaro che inneschino risonanze, problema inesistente con i mini), ecc., tutti argomenti che abbiamo trattato e che tratteremo ancora in questa rivista.

Il secondo motivo di crisi è da ricondurre all'avvento dell'euro.
Un po' tutti ci sono andati a nozze con gli aumenti smisurati ed oggi tanti pagano le conseguenze. Ecco che oggi un buon diffusore, colpa anche dei prezzi smisurati (e totalmente infondati) dei minidiffusori, costa molto caro: almeno 3.000,00 euro per una buona coppia. Per costruire un buon impianto occorre investire sul diffusore, magari risparmiando sugli altri componenti e possibilmente rinunciando al momento alla prima ottava. La teoria della sorgente come fonte indiscussa della qualità dell'impianto funziona solo quando i diffusori sono buoni. Se si comincia con un buon sistema


(Continua a pagina 2)

 

All Rights Reserved ® Copyright © | Francesco Piccione | 1998/2013