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COLLOQUI

Alberto Maltese - Aurion Audio Development  1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7

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Argomento interessante. L'analogico ha sempre avuto dalla sua parte l'eccessiva sfrontatezza e superficialità con la quale è stato affrontato l'argomento "digitale"; anche questo sarebbe un discorso lunghissimo, quindi vedrò di condensarlo per punti.

1) Il digitale appena nato si è scontrato con un analogico quasi al massimo delle sue possibilità; masterizzazioni eseguite con mezzi inadeguati (Sony PCM 1610 & compagnia bella) e svarioni pazzeschi nel trattamento del segnale post-conversione, hanno fatto il resto... in queste condizioni il digitale non poteva suonare bene.

2) Con l'andare del tempo la tecnica di passaggio del segnale sui CD è migliorata in maniera impressionante, basta ricordare i primi orribili CD presi da master analogici passati tramite de-hisser, filtri antirumore, equalizzazioni folli... nulla a che vedere con le eccellenti stampe attuali... purtroppo ancora nulla è stato compreso dalla maggior parte dei costruttori, che continuano a progettare lettori con la mente fissa al banco di misura.

3) Sto ascoltando un vetusto Vimak 1800 (convertitore) che, purtroppo, dovrò restituire al padrone tra qualche giorno... sono al cospetto del master e del registratore a bobine, fisicamente presenti nel mio ambiente... la resa è priva di limitazioni di alcun tipo... nessuno ha mai ascoltato un digitale a questi livelli, quindi capisco di non poter essere compreso ma... non c'è analogico che tenga...

4) L'alta risoluzione serve a poco, se dietro al banco di regia non c'è qualcuno in grado d'intendere e di volere, e serve ancora a meno se i formati superiori debbono essere letti da macchinette che pesano 200 grammi, alimentate a commutazione e con i soliti operazionali in serie alle uscite... anzi, rischiano di suonare peggio di un buon CD perchè non sono in grado di gestire la complessità del segnale inciso.

HFG
Indubbiamente una posizione senza… peli sulla lingua. D'altronde quando si dice la verità, è meglio essere diretti che cercare di rifugiarsi in amenità del tipo preferenze, gusti personali o similari. Personalmente e la maggioranza della redazione di HFG condivide appieno il suo pensiero. In precedenza ha parlato della

necessità dell'assenza della controreazione nelle elettroniche audio. Potrebbe spiegare meglio il pensiero Aurion sulle elettroniche ed in particolare sulle vostre amplificazioni?

A. M.
Altro discorso da approfondire e puntualizzare. Io e l'ingegnere non ci siamo mai schierati da una parte o dall'altra, sull'argomento controreazione... infatti abbiamo realizzato sia elettroniche che la sfruttano, sia elettroniche prive di questo mezzo di correzione.

Il punto vero non è "controreazione sì" o "controreazione no"... andrebbe bene per un "guru", ma non per noi; nella realtà pratica delle cose si trovano dei circuiti che possono trarre vantaggi concreti (non solo al banco di misura) dall'applicazione di una giusta dose di feedback, così come si trovano circuiti nei quali è assolutamente inutile, se non deleteria.

La "classe" di un progettista si vede anche da questo: piuttosto che seguire logiche commerciali o slogan pubblicitari, progetta ed ottimizza un circuito basandosi solo sulle necessità pratiche dello stesso e del lavoro che deve svolgere.

Inoltre, quando si decide di usare una moderata dose di feedback, non lo si fa "a prescindere", ma prima si
genera comunque un circuito che sia già intrinsecamente lineare, quanto più possibile, in modo da applicarne poca e ottenere solo vantaggi da questa operazione.

HFG
La vostra posizione è chiara e dimostra la vostra serietà. Infatti, per ottenere le massime prestazioni sonore (e tecniche) occorre innanzitutto realizzare un circuito che sia intrinsecamente lineare già in assenza di controreazione, sia locale che totale, ed applicarla quel tanto che basta. Ovviamente vi sono circuiti che possono funzionare senza, ma sono rari. L'applicazione della controreazione è una scelta del progettista, ma non è una scelta corretta, quando applica tassi superiori ai 20 dB…

Nel numero 16 di HFG, abbiamo dato ampio spazio alla Rete Elettrica ed alla sua influenza sul suono delle apparecchiature audio. Potrebbe spiegare ai nostri lettori, con parole semplici,


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