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LETTERE ALLA RIVISTA | 2013

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LETTERE ALLA RIVISTA | 2013

LETTERE ALLA RIVISTA
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2013

LETTERA N. 3/2013 - CONSIDERAZIONI SUI CAVI HI-FI

CONSIDERAZIONI SUI CAVI HI-FI
Di Renzo S.

Egr. Dott. Piccione,

leggendo le Sue riviste e gli approfondimenti in PDF, mi piacerebbe constatare nel mio impianto l'apporto dei cavi The Music Dream.
Mi ha affascinato l'approccio tecnico alla progettazione che, però, se ho ben capito, è legato all'uso totale nell'impianto dei suddetti cavi. Cambiare tutto a "scatola chiusa", oltre al costo, potrebbe produrre un risultato non gradito, proprio per la soggettività che per fortuna ci contraddistingue.

Chiedo, quindi, se una scelta a piccoli passi potrebbe mettermi in condizione di apprezzare la sua invenzione, oppure sarebbe tutto vanificato dal mix della restante cavetteria.

Il motivo che mi spinge a cambiare è dato dalla sostituzione del finale a valvole con un Mark Levinson N. 29, avvenuta 3 anni fa.
Prima utilizzavo un cavo di potenza MIT MH 750 biwiring Tube Terminator ed ho continuato ad usarlo per 2 anni, anche se i nuovi finali erano a stato solido.

Da un anno l'ho sostituito, prima con un normale MIT MH 750 (quello bianco, senza lo scatolotto) e poi, quando ho acquistato il secondo ML 29, ho affiancato a rotazione altri cavi già in mio ossesso (Monrio, Litz autocostruiti, Audioquest), ma non sono ancora soddisfatto.
Il collegamento ai diffusori avviene in bi-amplificazione verticale, quindi con due coppie di cavi.

L'impianto è così composto:

Sorgenti:

- Giradischi Michell Transcriptor Reference, con SME III Improved e testina Denon DL 103;
- Giradischi Thorens TD 124, con braccio Rega RB 300 ricablato e testina Benz Ruby 1^ serie;
- Lettore CD Proceed con convertitore separato Proceed, collegati in bilanciato;
- Lettore SACD e video Marantz DV 8000.

Amplificazione:

- Preamplificatore Aloia PST 11.01;
- Pre phono per la Benz, valvolare Diego Nardi a due telai; 
- Due Finali Mark Levinson N. 29.

Diffusori Acustici:

- Sonus Faber Electa Amator 1^ serie;
- Magneplanar MG II A;
- KEF 104 Reference.

Varie:

- Equalizzatore Soundcraftsmen (sempre escluso, che utilizzo per rendere ascoltabili alcuni vecchi dischi);
- Registratore a cassette Pioneer CT-F900 (si lo ammetto, ascolto ancora musicassette).

Musica liquida:

MacMini senza monitor (I-Pad come telecomando), uscita usb/spdif Musiland, convertitore Apogee Mini DAC.


Per me l'ascolto è una piacevole distrazione, quindi cambio i diffusori a seconda delle esigenze.
Principalmente ascolto le Electa ritenendole universali, le Magneplanar, invece, per ascolti Jazz, voci e per creare un clima più romantico e sensuale, le Kef per le feste e per il Rock avendo maggiore impatto e bassi.

Ritornando al "problema", ho notato che cambiare i quattro cavi a mia disposizione, il suono cambia, più o meno allo stesso modo, con tutti i diffusori e non vorrei che il problema fossero proprio loro.

Non ho un budget tale da permettermi i diffusori della Serie Reference della The Music Dream, che suonano bene solo a guardarli, figuriamoci ad ascoltarli e francamente non inseguo tanto il suono coretto in assoluto, ma cerco la "pelle d'oca" e l'emozione, che in alcuni casi per fortuna riesco
ancora a provare, ascoltando per esempio la fantastica registrazione della Fonè "Oblivion" di Astor Piazzola, sia in formato SACD che in disco 45 giri.

Concludo, chiedendo la sua autorevole opinione.

Renzo S.

Risponde Francesco S. Piccione

Egr. Sig. Renzo,

fermi tutti! Qualcosa di importante v'è nel contenuto di questa lettera. Si tratta di una frase che rarissimamente l'ho ascoltata in tanti anni di conversazioni con gli Audiofili più disparati, ma che per la prima volta viene scritta:
"… ho notato che cambiare i quattro cavi a mia disposizione, il suono cambia, più o meno allo stesso modo …".

In sostanza, "
ogni cavo audio possiede una impronta timbrica, che si esprime allo stesso modo, in qualsiasi sistema hi-fi venga collegato".
Per un ricercatore è l'ennesima conferma di una "quasi" certezza, il nocciolo di tutta la "questione cavi". La trasmissione dell'energia elettrica avviene sempre con le medesime caratteristiche, determinate dalla tipologia costruttiva del cavo elettrico. Un cavo audio poco efficiente, ostacolerà maggiormente la trasmissione, imprimendo maggiormente la sua caratteristica sonora.

Un cavo più efficiente, favorirà la trasmissione di energia elettrica, incidendo poco sulla qualità del segnale e, quindi, sul suono. Il fatto che quei cavi si comportino allo stesso modo dal punto di vista timbrico, con i diversi diffusori (
ed immagino anche con i precedenti amplificatori), vuol dire che la trasmissione di energia elettrica possiede delle caratteristiche che rimangono identiche prescindendo dalla moltitudine di collegamenti elettrici.

Il cavo migliore, quindi, non è quello che esprime il suono migliore in un determinato sistema hi-fi, ma è quello più "discreto", ossia il più efficiente nella trasmissione di energia elettrica, in grado, quindi, di incidere pochissimo sul segnale in transito. Di conseguenza, no è con i cavi audio che dovete effettuare le micro-operazioni di setup, ma con tutto il sistema hi-fi. Utilizzando i cavi audio che consentono di effettuare micro-equalizzazioni timbriche, non si fa altro che utilizzare cavi meno efficienti, in particolare sbilanciati nella risposta in frequenza. Sovente succede che dopo un poco di tempo, tale scelta risulta errata, a causa di tanti fattori, primo fra tutti l'incremento della propria qualità della percezione. E' anni che sostengo che la messa a punto di un sistema hi-fi deve essere effettuata diversamente.

Riguardo i cavi TMD, il "
Rapporto di Ricerca" sulla mia domanda di brevetto, ha sancito, nelle osservazioni redatte in lingua inglese, l'assoluta novità internazionale delle mie diverse configurazioni tecnico-geometriche. Ciò ha consentito l'avanzamento tecnologico rispetto ai brevetti citati e/o esistenti fino al 2013. Dalle analisi degli altri brevetti, non viene citato alcun soggetto europeo, come se fossi l'unico, almeno dal 1986 ad oggi, ad essermi occupato della materia. I brevetti citati per la comparazione, sono in particolare quelli di un noto costruttore americano, ma sono stati esaminati anche altri due americani, a me sconosciuti, anch'essi costruttori.

Nelle osservazioni si evidenzia il fatto che le mie configurazioni geometriche sono nuove e rappresentano l'attuale
"Stato dell'Arte della Tecnica". Ci sono voluti quasi vent'anni ed un Europeo per superare gli Americani… Mica male…

Riguardo la Sua osservazione iniziale, i cavi The Music Dream©, possono essere utilizzati sia in parti del sistema hi-fi, che per collegare tutti i componenti. Come da "Rapporto di Ricerca", si tratta di cavi "neutri" che non incidono sul suono modificandone delle porzioni, contrariamente a quelli in suo possesso.
Inoltre, a dimostrazione che sono unici nel loro genere, devono essere costruiti a mano. Pertanto, vengono realizzati nelle misure di lunghezza che desidera il cliente. Sono, quindi, a sua disposizione per qualsiasi ulteriore delucidazione.

Francesco Piccione

 

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