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LETTERE ALLA RIVISTA | 2001

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LETTERE ALLA RIVISTA

2001

LETTERA N. 11/2001  1 | 2 | 3

(Continua da pagina 1)

critiche ed obiettive: quindi non è Lei quello da colpevolizzare, Lei come tanti, lo ripeto, è stato attratto dalle sirene (invero stonate!) che regolano buona parte del mercato interno dell'alta fedeltà.   "Business is business", il resto non conta.

Mi astengo dal citarle i link alla nostra rivista che potrebbero QUANTOMENO fare sorgere in Lei dei dubbi sulle sue affermazioni perché, vista la categoricità delle medesime, ritengo che Lei non si sia nemmeno posto il problema di leggere, di mettersi in discussione, riflettendo su quanto affermiamo e, quindi, mi verrebbe da dire che chi è causa del suo mal…...

Non dico di condividere il contenuto della nostra filosofia, ma semplicemente di porsi in discussione e farsi delle domande. Di chiedersi solo "perché?".
Una su tutte: Lei accenna al suo impianto, dice che l'ascolta con soddisfazione bello morbido com'è. Sa cosa mi fa pensare? Ai tempi, fortunatamente molto lontani, in cui poter mangiare pane e mortadella era un lusso. Quasi un avvenimento. Già, ma per il semplice fatto che non si era mai avuta l'occasione di conoscere il sapore del prosciutto crudo. Scusi, è proprio sicuro di non cibarsi di mortadella? 

Vede, chi le scrive è partito dalla gavetta (25 anni fa, per la precisione) con una catena di ascolto che trovava ragione di qualificarsi tale solo perché i vari componenti erano "legati" da fili. Poi, appunto mettendo in discussione le mie progressive convinzioni, ma più di tutto PROVANDO ciò che sentivo dire da altri e VERIFICANDO dove stava il senso delle affermazioni, ho maturato la convinzione che il prosciutto è veramente migliore della mortadella!

Sempre chi le scrive è ora possessore di una coppia di ESS AMT 330, quelle che Lei definisce

"mastodontiche" (!!) per l'ambiente che possiedo. Che poi più di 63 m3 siano opprimenti per quei diffusori, cortesemente, lo lasci dire a chi le ha provate. Anzi, se volesse mettersi in discussione, prenda contatto con la rivista: Le offro l'opportunita' di averLa come ospite gradito di una prova di ascolto di due "mastodonti" inseriti in un ambiente di "bassa cubatura".
Il prezzo da pagare? Solo questo: si impegni ad essere obiettivo, non sia misofobo, non si sporcherà
"toccando con mano" la differenza.

Su cosa usano gli
studi di registrazione ed i conseguenti ascolti in "near-field", non occupo altro spazio.
Le dico solo che così si elimina l'influenza dell'ambiente ed i vantaggi li conosciamo tutti. Per il resto c'è letteratura sull'argomento, ma noi parliamo di hi-fi domestica.         

Per quanto ai bookshelf, legga la lettera alla rivista del 21/03/2001 "Standard Minimo e dimensione dei woofers": già lì, se non intende addentrarsi sulle argomentazioni della rivista a supporto delle nostre convinzioni, troverà valide risposte.

Per il resto cosa vuole che Le aggiunga?
Lei ha espresso tante convinzioni, ora è il mio turno: le oltre 130.000 pagine della rivista lette in meno di nove mesi (ricordo a tutti i lettori che il contatore a Giugno 2000 segnava 10.424 pagine visitate, con dati di previsione di incrementi di crescita letteralmente spazzati via...). Evidentemente c'e' più di qualcuno che la pensa come noi.

Se qualche lettore vuole replicare all'Ing. Lombardi, può farlo.
Siccome a noi piace essere messi sempre in discussione, lanciamo un'altra sfida: forse a fine


(Continua a pagina 3)

 

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