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LETTERE ALLA RIVISTA | 2000

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LETTERA N. 17/2000  1 | 2 | 3 | 4

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possiedi è comunque in grado di far suonare i diffusori su cui hai messo gli occhi. Non credo comunque che tu lo possa considerare come definitivo. Piuttosto è un'attesa per lo strumento di qualità decisiva.

Definitivo, invece, deve essere il diffusore. Ora o mai più. Altrimenti vorrebbe dire essere antieconomici! Adesso caratterizzerai il tuo impianto per sempre. Gli darai voce, insomma. Credo, dalle tue parole, che ti voglia orientare verso un suono equilibrato, che sia in grado di tirar fuori gli artigli quando c'è da farlo e di comportarsi con grazia con i programmi che lo richiedano.
Hai citato due diffusori che da sempre caldamente consigliamo.
Il
JM Lab della serie Cobalt è uno degli ultimi diffusori in via d'estinzione a potere ancora essere chiamati tali. Non possiamo definirlo meramente commerciale. Si rivolge ad un'utenza attenta e raffinata. Monta trasduttori della Focal e già questo è un buon viatico. Non è trascurabile il fatto che si tratti di un diffusore a tre vie. E' equipaggiato con due woofers da 18 centimetri in materiale composito che s'incrociano a quattrocento hertz con un midrange ad ogiva in neoglass. All'estremo alto, troviamo un tweeter da venti millimetri a cupola rovesciata in tioxid, gloria della Focal, dalla resa davvero trasparente.
Potrà essere facile per te conviverci. Le dimensioni non sono così esagerate come potresti attenderti da un recensore "rovinafamiglie" come me. Alcuni le definirebbero
"importanti", mentre in realtà sono proprio la base da cui partire: un metro e due centimetri in altezza per una superficie d'appoggio di ventidue per trentuno centimetri, rispettivamente in larghezza ed in profondità.

Delle
Infinity K90 abbiamo già detto recentemente (vedi la risposta alla lettera del

Direttore). E' uno degli acquisti più sicuri che ti possa consigliare. Rimarco il fatto che avresti una velocissima estensione verso il basso con i due drivers da 25 centimetri e l'isodinamico EMIT sulle altissime ad aprirti begli orizzonti. Se ben interfacciati, questi componenti hanno il dono di "scomparire" all'ascolto, appagandoti completamente. Anch'esse sono una specie in via d'estinzione. Forse perché hanno cuore, muscoli e cervello, ed oggi non ti è concesso avere né l'uno né l'altro, ma devi soltanto pensare come gli altri: virtualmente. Allo stato attuale delle cose non si costruiscono più tanto facilmente speakers degni di nota e…dimensioni! Per avere un'idea più precisa delle nostre sensazioni ti rimando alla prova delle monster-K100 da noi effettuata a Dicembre dello scorso anno.

La scelta tra i due loudspeakers ha per entrambi la nostra benedizione. Dovresti solo cercare di ascoltarli pilotati da elettroniche dotate di buona qualità, senza diventare maniaci per le potenze che consigliano alcuni recensori. Bastano al massimo dei buoni cinquanta watt. Per renderti un servizio più accurato, facci pure sapere a cosa le attaccano…

Ultimo problema. Le dimensioni della tua stanza. I sedici metri quadrati del tuo studio non sono di per sé insufficienti all'ascolto di questi diffusori. Anzi. Non lasciarti impressionare da coloro che affermano il contrario. Il problema sono le proporzioni. Un stanza perfettamente quadrata, avrà una serie di raddoppi di frequenza che renderanno difficilissimo l'ascolto. Una stanza che tende ad essere quadrata non rientrerà esattamente nelle proporzioni di Roy Allison, ma se ben drappeggiata e fornita d'elementi d'arredo che ingannino l'onda sonora, potrà essere acusticamente praticabile. Evita, in ogni caso, l'ascolto addossato alla parete di fondo:


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