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1999

EDITORIALE N. 7/1999

LA RESA DEI CONTI
Di Francesco Piccione

Attualmente in campo audio si sta svolgendo la "guerra dei formati", a cui ben ci hanno abituato i colossi industriali da una ventina d'anni a questa parte. In questo caso, chi ci va di mezzo sono sempre i consumatori, specie tutti coloro che scegliendo un formato, si trovano nel tempo a non poterne più usufruire, perché  tolto dal mercato. Vi ricordo, ad esempio, la lotta tra il formato video Betamax ed il VHS, dove il vincitore non è stato quello migliore o l'altra epica lotta tra la Digital Compact Cassette (DCC) ed il Minidisc.

La guerra di cui vi parlo è quella tra i due formati ad alta risoluzione: il Super Audio CD (SACD) ed il DVD Audio (DVD_A), entrambi in lista per sostituire il Compact Disc.
Il
DVD-A è sponsorizzato da una cordata di costruttori, riuniti in una associazione allo scopo di cercare rapidamente uno standard audio ad un supporto, dapprima creato per il computer e successivamente applicato al video (DVD-V); quest'ultimo, è stato creato allo scopo di soppiantare la classica videocassetta (VHS).
Il
SACD, invece, è presentato dai soliti noti (Philips e Sony) e loro associati, in concomitanza della data di scadenza del brevetto sul Compact Disc. A questa allegra compagnia, fa parte anche la nota etichetta discografica americana Telarc.

I due standard digitali sono stati creati per aumentare il contenuto dei dati digitali, rispetto al formato CD, passando dai 640 Mb ai 4,5 Gb.
Il
DVD applica la classica tecnologia PCM (Pulse Code Modulation) aumentando la risoluzione mediante l'impiego di 24 bit contro i 16 del vecchio standard, elevando al contempo la gamma audio portando la frequenza di campionamento a 96 kHz (poi 192) contro i 44,1 kHz rispetto al vecchio formato. Quindi la gamma audio si estenderà sino alla metà delle frequenze di campionamento sopra indicate, fissando in 48.000 Hz il suo limite superiore, con 120 dB di dinamica, limite impossibile da raggiungere in ambito domestico.
Il
SACD ottiene un'elevata risoluzione mediante l'adozione del sistema denominato DSD (Direct Stream Digital) con sequenza ad 1 bit, con frequenza di campionamento a 2,820 mHz (2.820.000 Hz! In tal caso, la banda passante è limitata a 100.000 Hz e la dinamica è la medesima del DVD-A: 120 dB.

Schematizzando, nel settore digitale, esistono due regole.
La prima afferma che "più è alto il numero di bit, maggiore sarà la risoluzione". La seconda afferma che "più è elevata la frequenza di campionamento, migliore sarà il risultato".
Posto che è da accertare se il sistema DSD abbia una risoluzione simile a quella del formato PCM, è altrettanto innegabile che una frequenza di campionamento di 2,820 mHz, non scherza affatto. Ho volutamente tralasciato altre particolarità, come, ad esempio, la semplicità circuitale a favore dell'SACD ed altro.

In ogni caso, prescindendo dalla tecnologia digitale superstite dopo la guerra dei formati, importanza preponderante riveste sempre la sezione analogica, posta subito dopo. E' sulla sezione analogica che si gioca la partita per la differenza della qualità sonora. Entrambi i futuri standard digitali possiedono caratteristiche da primato. Avere una risoluzione in più di 0,5 bit non è fatto percepibile all'ascolto. Diversamente, la sezione analogica del lettore digitale o del convertitore separato, gioca un ruolo decisamente maggiore rispetto alla scelta del formato.

Accertato con ciò che la guerra degli standard digitali è inutile, è importante sottolineare il fatto che finalmente, a distanza di un secolo dalla nascita della riproduzione del suono, abbiamo la possibilità di adottare un unico sistema per tutte le diverse categorie commerciali.
Nel
settore audio, abbiamo il CD, il 33 giri ossia LP, la cassetta, il registratore DAT, il registratore a bobine, la DCC anche se ormai scomparsa, il Minidisc, il CD registrabile (CD-R), il CD ri-registrabile (CD-RW), il DVD e l'SACD.
Nel
settore video, abbiamo il VHS, il Laser Disc ed il DVD.
Nel
settore informatico, abbiamo il floppy disk, il CD, il CD-R, il CD-RW, il DVD, il DVD+R.

I prossimi anni saranno quelli della resa dei conti.
Tra non molto sapremo quale sarà il formato unico per l'audio di qualità, nella speranza che sia lo stesso per tutti gli altri settori commerciali. Speriamo.

Francesco S. Piccione

 

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